“LA NOTTE DI BEFANA NELLA STALLA, PARLA L’ASINO, IL BOVE E LA CAVALLA”

Pare che la notte che intercorre tra il 5 ed il 6 gennaio sia una notte magica. A renderla speciale non è solo l’arrivo di una anziana signora che, a cavalcioni di una scopa, regala dolciumi ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi, ma anche il manifestarsi di un altro evento soprannaturale: sembra che gli animali acquisiscano la capacità di parlare, riempiendo così aie, stalle e boschi di misteriosi chiacchericci.

Per tale ragione i contadini nelle giornate precedenti si preoccupavano di nutrire abbondantemente i loro animali, cosicché tra questi cicalecci non sfuggisse loro anche qualche parola malevola nei confronti del padrone.

Origliare anche per sbaglio queste conversazioni era evento foriero di grande sfortuna, in quanto attraverso le parole degli animali prendevano voce anche le profezie degli spiriti dell’aldilà, ed era meglio non conoscere i presagi funesti riservati dal futuro.

Ma che collegamento possiamo trovare tra questi animali e la figura dell’anziana signora dispensatrice di dolciumi? Ebbene, secondo alcune tradizioni la Befana non viaggiava a cavalcioni di una scopa bensì in groppa del suo fidato mulo, con cui si aggirava per i boschi fino a raggiungere la sua abitazione situata all’interno di una grotta.

Viaggiando con il mulo incontrava spesso pastori e boscaioli, mentre nelle gerle poste in groppa all’animale metteva il carbone che le veniva regalato dai carbonai. Inoltre, non era insolito trovarla con rocca e fuso a suo fianco, oppure intenta a filare una calza con i ferri.

Questa non è l’unica festività del mese di gennaio connessa alla presenza degli animali: a pochi giorni di distanza, il 17 gennaio, si festeggia Sant’Antonio Abate, protettore degli animali domestici. Durante questa giornata era consuetudine per gli allevatori portare i propri animali a ricevere la benedizione del parroco ed alcuni ricorderanno ancora come questa usanza fosse osservata fino a non molti anni fa.

Secondo una diversa tradizione, la facoltà di parola agli animali sarebbe associata proprio alla commemorazione di Sant’Antonio Abate, testimoniando come fin dai tempi più remoti fosse importante sottolineare il rapporto tra uomo e animale già dall’inizio del nuovo anno.

Nell’immagine: William Holman Hunt, The Scapegoat.

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