Memoria e memorie
«Come nascono i lager? Facendo finta di niente». Così nel 1982 rispondeva Primo Levi, intervistato da Enzo Biagi.
Di sé diceva di avere ricevuto il “dono avvelenato” quello cioè di dover raccontare ciò che aveva vissuto, di farlo in quanto scrittore, dono che lo costringeva a rivivere continuamente la sua sofferenza dandola, appunto, sempre in pasto alla memoria: ma è stato anche grazie alla straordinaria figura di Primo Levi se possiamo continuare a non dimenticare cosa accadde nel cuore dell’Europa meno di un secolo fa. L’eccidio del popolo ebraico e persecuzione feroce di oppositori politici, rom, disabili, omosessuali, testimoni di Geova fecero parte di un orrore programmato che la memoria di oggi deve aiutare impedire che riaccada.
Le memorie dei testimoni diventano così elementi della Memoria collettiva di una società che deve rimanere sempre vigile e fedele ai valori della democrazia, della tolleranza e della libertà.
Continueremo a soffermarci sull’argomento anche nel nostro #prossimo post che uscirà domenica 3 febbraio!