HEU! QUID REVISITUR!
Aut ultimus in perticae compitis mansus, aut primus longae seriei pristinae aetatis imitationum. Quid dicitis? Putidior? Fortasse. Aliquo tempore? Ita plane, at certe in loco suo. De inscripto loquimur lapide, in medio compito deficto inter cardinem et decumanum, in media magna et recenti area rotunda Sanctae Euphemiae de Burgirici in perticae sinu. Marmoreus est, et loquitur quoque! Et quid dicit? Suis titulis KKVIII et DDI ab omnibus partibus incisis nuntiat nobis istud compitum esse inter septimum cardinem citratrum (id est citra cardinem maximum) et decumanum primum ad dextram maximi spectantem. Parum confusam habet faciet? Haud dubie! Quod in recenti includitur formatione, sed celeriter consuescet. In omnibus perticae compitis antiquitus adfuerat. Quis sculpsit? Turicenses Marmores negotium in Massentii Agro. Defixit Sanctae Euphemiae Rosa vivarium.
TOH, COSA SI RIVEDE!
O è l’ultimo rimasto agli incroci della centuriazione, o il primo di una lunga serie di riproduzioni dell’antico. Che dite? È un po’ kitsch? Forse. È fuori tempo? Beh, sì! Ma non fuori luogo, decisamente. Parliamo, signori, di un cippo gromatico, piantato nientedimeno che al centro di un incrocio tra un cardine e un decumano, proprio in mezzo a una grande e moderna rotonda, a Sant’Eufemia di Borgoricco, nel cuore della centuriazione. È tutto di marmo e parla anche! E cosa dice? Con le sue scritte KKVIII e DDI incise sui lati informa che si tratta dell’incrocio tra il settimo cardine citrato (cioè al di qua di quello massimo) ed il primo decumano a destra (cioè a nord) del decumano massimo. Ha una faccia un po’ spaesata, eh già! Ed è per via di quella struttura moderna, in cui si trova inserito, ma vedrete che si abituerà presto. In antico era presente in tutti gli incroci della centuriazione. Sapete chi lo ha scolpito? La ditta Zurigo Marmi di Massanzago, sulla strada del Bigolo ed a piantarlo è stato il vivaio Rosa di Sant’Eufemia.