Il Bonnefantenmuseum (o ‘Museo Bonnefanten’) è un museo d’arte antica e contemporanea, situato a Maastricht. Il museo è stato fondato nel 1884. Dal 1951 al 1978 il museo era situato nel convento dei bons-enfants, un vecchio convento del XVII secolo nel centro della città. Nel 1995 è stato ricostruito dall’architetto italiano Aldo Rossi, in una vecchia zona industriale (‘Céramique’), sulla riva orientale del fiume Maas.
Per il Museo Bonnefante l’architetto Aldo Rossi ha progettato un edificio a forma di E simmetrica con una torre di 28 metri che si erge sopra il fiume Maas nel prolungamento dell’ala centrale. Il progetto lascia molto all’immaginazione dello spettatore, ma l’idea del museo come simbolo culturale, con forti connessioni tra passato e presente, è incarnata nell’edificio, con i suoi riferimenti familiari e gli elementi strani che sono sia rassicuranti che sconcertanti. Il lavoro di Rossi è sobrio e stravagante, classico e moderno. Il progetto è realizzato, come di consueto nelle loro opere, con materiali tradizionali, come mattoni, pietra e zinco, intorno a uno scheletro di cemento e acciaio ma il fattore più naturale dell’edificio è la luce del giorno che penetra attraverso il piano delle scale, le persone si sentono quasi come se fossero all’aperto. Al secondo piano la luce del giorno dialoga con le opere d’arte.
Il foyer è il primo spazio che si incontra: caratteristico nella sua forma a cannocchiale. Il cannocchiale è un tipico esempio di “Lichtraum” il cui precedente si può trovare nel “Lichthof” dell’università di Zurigo. Questo spazio a tutta altezza è colorato con una materia celeste acqua-marina dove la luce e il colore distruggono la stessa materialità che le ha costruite. Dal foyer si entra direttamente nella parte viva e vivente dell’edificio. Difficile, quasi impossibile, è definire quale sia questa essenza; è il museo una raccolta di ricordi della vita? Ora saliamo la scala. È inutile ricordare quanto questa scala, ripida e poco agevole, di antica tradizione olandese sia legata al mondo gotico e alle taverne shakespeariane come ai traballanti personaggi di Conrad e di tutti i nordici naufragati nei mari del sud. Di questo mondo abbiamo cercato di rappresentare l’essenza geometrica. La cupola trova la sua grandiosità in due motivi principali: il primo è il suo legame con la più pura tradizione architettonica dal mondo classico fino al torinese Alessandro Antonelli, il secondo è che essa è il principio e la fine dell’Olanda, tra il fiume e il mare un segno altissimo della condizione della topografia olandese.