Non c’è sabato santo al mondo che il cerchio della luna non sia tondo, è un proverbio popolare che associa un evento religioso, come la festività della Pasqua a un evento della natura, come quello delle oscillazioni della luna e delle sue fasi.
In un periodo compreso tra il 22 marzo e il 25 aprile, viene festeggiata la Pasqua cristiana, quindi esattamente dopo il plenilunio di primavera.
Il concilio di Nicea, tenuto nell’anno 325 d.C., decise di celebrarla o il 21 marzo oppure nella prima domenica seguente l’equinozio di primavera.
La variabilità della data pasquale va addebitata alla differente lunghezza dell’anno solare rispetto all’anno lunare; ad esempio se il plenilunio cade di sabato 21 marzo la Pasqua sarà celebrata il 22 marzo, mentre se cade il 18 aprile la Pasqua sarà celebrata il 25 aprile.
Il 16 aprile 2022, vigilia di Pasqua, la luna sorgerà alle 20.55, orario in cui raggiungerà il suo massimo splendore.
Tutti gli appassionati di spettacoli celesti, e non, nel weekend di Pasqua potranno ammirare un evento incredibile: la luna piena si tingerà di rosa.
Questa luna apparirà nel suo massimo splendore al tramonto di sabato 16 aprile, la sera della vigilia di Pasqua. Alzando gli occhi al cielo si potrà vedere una meravigliosa luna piena rosa dando origine a uno spettacolo celeste mozzafiato proprio nella notte di Pasqua.
Per ammirare al meglio lo spettacolo bisognerà attendere fino a dopo il tramonto, che avverrà poco dopo le 20. La Luna diventerà piena alle 20.55 se le condizioni meteorologiche saranno favorevoli, sarà ormai abbastanza buio da
permettere di osservare il plenilunio e, la luna apparirà di colore rosa.
Dal punto di vista scientifico la spiegazione è molto semplice. La particolare colorazione è infatti dovuta alla luce rifratta dall’atmosfera terrestre che, come un prisma, scompone le frequenze luminose, facendo passare solamente, come nel caso di Sabato 16 Aprile, un colore rosso tenue, il rosa appunto. Per i più esigenti va detto che il riferimento è il cosiddetto Scattering di Rayleigh, dal nome del fisico britannico, Premio Nobel, John William Strutt Rayleigh, che studiò il fenomeno della diffusione della luce.
Dal punto di vista antropologico la Luna, da secoli, per non dire da millenni, ha sempre segnato i tempi delle attività umane. Per tali motivi per ogni mese dell’anno, i nostri antenati le hanno affibbiato un particolare appellativo. I
nomi, per la maggior parte dei casi, derivano dai nativi americani ma per numerosi popoli, la Luna, è servita a misurare il tempo.
Il nome Luna piena rosa, o Pink Moon, non è legato quindi al colore del satellite che brillerà nel cielo come al solito con un bagliore bianco-argento. A dargli questo nome sono stati i nativi nordamericani riferendosi al Phlox
subulata, un fiore molto diffuso in America, simile alle ortensie, conosciuto anche come muschio rosa, un fiore da campo che sboccia in primavera e che ha ispirato i nativi americani a chiamare così la Luna piena di aprile. Si tratta della prima luna piena dell’equinozio di primavera e nelle antichissime tradizioni dei nativi americani (e ancor prima) si è sempre imputato alla luna rosa una capacità di far “resuscitare” la natura, un vero passaggio di forze
naturali e spirituali.
Ma non è l’unico soprannome attribuito a questo plenilunio. Tra i nomi alternativi ci sono quello di Luna piena del pesce, diffuso soprattutto tra le tribù costiere e riferito ai pesci della stessa famiglia delle sardine e delle aringhe che risalivano i fiumi per deporre le uova e anche Luna piena dell’uovo e Luna dei Fiori di Pesco perché il suo colore ricorda quel magnifico rosa che simboleggia la natura ad aprile.
Per gli Indiani d’America, dunque, come per gli Ebrei, il calendario segna l’inizio del mese a ogni novilunio.
Le tradizioni, in seguito, furono raccolte anche dai coloni europei che hanno poi aggiunto i colori del nostro satellite.