Attorno all’anno Mille, anche nella zona dell’odierno Comune di Borgoricco sorsero o si svilupparono una rete di villaggi e agglomerati urbani più grandi o più piccoli. Alcuni furono fondati attorno ad una pieve (come nel caso di Sant’Eufemia), ossia una chiesa con una fonte battesimale, oppure nelle vicinanze di poderi monastici (come nel caso di San Michele delle Badesse, in nome delle monache di Santo Stefano di Padova), altri nei pressi di un castello (Borgoricco, dal castello del “Castellaro”), altri ancora su impulso del Comune di Padova (Ronchi). Gli statuti cittadini di Padova citano i comuni rurali di: Borgoricco, Sant’Eufemia, San Michele e Abbadesse (erano separati) Ronchi, Favariego, Desman (l’agglomerato sotto l’omonima via) e San Giovanni al Lusore (scomparso). In età veneziana San Michele e Abbadesse sono uniti, Ronchi è incorporato nel comune di Sant’Eufemia e la parte settentrionale di Borgoricco si rende autonoma, istituendo il comune di Straelle (1471).
Con l’aumento demografico della rinascita dell’anno Mille, gli abitanti dello stesso villaggio o di più borghi limitrofi cominciarono ad esprimere la comune volontà di mettere mano collettivamente a certe questioni economiche, sociali e non solo. I capifamiglia del villaggio si radunavano, tra eguali, all’interno di una assemblea (la vicinia), per discutere , trattare e votare le questioni di loro interesse. L’assemblea era convocata ogni volta che fosse necessaria e sempre per l’elezione delle cariche di durata annuali, quali: il decano (o marigo) ossia il responsabile del comune, due uomini del comune i quali assistevano il decano e un massaro (sindico) per l’esenzione dei tributi. Il luogo di raduno poteva essere la chiesa, le sue vicinanze oppure un edificio adibito.
La vicinia era chiamata a deliberare su questioni come le spese per il culto e per la chiesa o cappelle, l’amministrazione dei beni comunali (prati, boschi e terre arative), dietro pagamento di un canone, la cura e manutenzione di strade e ponti, fiumi e canali, la riscossione delle imposte e le esecuzioni delle ordinanze da parte degli organi centrali (il Comune di Padova, la signoria Carrarese, poi la Repubblica di Venezia). Inoltre alcune azioni giuridiche (sfratti o sequestri) non potevano avere luogo se non era presente il decano o gli uomini del comune, i quali garantivano della bontà del provvedimento.