I ruderi del Monastero degli Olivetani sono raggiungibili a piedi attraverso il Sentiero Naturalistico G.G. Lorenzoni, che conduce alla cima del Monte Venda, la vetta più elevata dei Colli Euganei.
Questo percorso, che si snoda tra il caldo versante esposto a sud e il più ombroso versante a nord, permette di cogliere al meglio la straordinaria varietà floristica che caratterizza il comprensorio euganeo.
Le prime frequentazioni del sito risalgono alla seconda metà del 1100, quando Adamo da Torreglia ne fece la sede del suo romitaggio.
Successivamente, un testamento redatto nel 1197 documenta l’esistenza di una prima fase edilizia ed, inoltre, la presenza di una comunità religiosa fondata dallo stesso Adamo da Torreglia, scomparso nel 1160.
All’inizio del XIII secolo, i monaci benedettini della basilica di Santa Giustina a Padova e Frate Alberico da Borgoricco si occupano della realizzazione di due piccole chiese dedicate rispettivamente a S. Michele Arcangelo e S. Giovanni Battista.
Nel 1229 grazie ai lasciti della importante famiglia dei Maltraversi da Castelnuovo e, successivamente, dei Carraresi, prendono avvio i lavori che culmineranno con la realizzazione di un vero e proprio monastero. Viene inoltre edificata una nuova chiesa, di dimensioni maggiori, dedicata sempre al culto di San Giovanni Battista.
Alla fine del 1300, con la crisi dell’ordine benedettino, il Vescovo di Padova decide di affidare l’edificio ecclesiastico alla congregazione degli Olivetani, i quali daranno avvio a una fase di nuovi ampliamenti delle strutture.
Questo periodo di rinnovato splendore ha una brusca conclusione nel 1771, quando la Serenissima proclama la soppressione dell’ordine degli Olivetani, con il conseguente trasferimento dei monaci a Venezia e la messa all’asta delle proprietà.
Il monastero entra così in una fase di lento degrado, diventando infine meta dei pastori transumanti che portano in quei luoghi le loro greggi al pascolo, ammirandone le antiche vestigia.
Dell’imponente struttura rimangono oggi la torre campanaria, parte della chiesa e la cripta. Quest’ultima è stata recentemente oggetto di restauro ed è accessibile ai visitatori ogni domenica.
Immagine: T. Pegorer