Il Grande Gatsby, di Francis Scott Fitzgerald
Protagonista della “Passeggiata letteraria” – evento svoltosi sabato 20 luglio nella suggestiva cornice del parco romantico di Villa Bressanin a Borgoricco – è stato Il Grande Gatsby, capolavoro indiscusso di Francis Scott Fitzgerald. Il libro uscì nel 1925 nella famosa copertina blu elettrico, con quegli occhi tristi di donna piangenti sopra una città talmente luccicante da sembrare in fiamme: la copertina non era piaciuta granché al giovane autore – non ancora trentenne – e nemmeno al suo amico Ernest Hemingway, che però giudicherà l’opera il prodotto di un genio assoluto.
Dai tratti fortemente autobiografici, il romanzo racconta la parabola infranta della vita del miliardario – e impostore – Jay Gatsby e del suo sogno romantico: una perfetta rappresentazione di quella che Gertrude Stein chiama lost generation – la generazione perduta – alla quale lo scrittore americano appartiene in pieno. Fitzgerald, come il suo protagonista, viene infatti travolto dalla vita sfavillante dei ruggenti anni Venti, scanditi al ritmo del whisky e del charleston. Il romanzo, che ha avuto ulteriore risonanza grazie alle trasposizioni cinematografiche (con Robert Redford nel 1974 e con Leonardo Di Caprio nel 2013) ha come protagonista la borghesia americana, frivola e arrivista, declinata nei fatui personaggi che la animano, in primis Daisy e il marito Tom. Anche Gatsby ne cavalca lo spirito fino a rimanerne vittima ma, come il coprotagonista (la voce narrante Nick Carraway) coltiva una speranza autentica: disattesa, travolta senza appello dal cinismo e dall’opportunismo.
Anche la sorte del libro fu beffarda: le recensioni iniziali furono un vero disastro, così come le vendite. Il Grande Gatsby fu un clamoroso flop, e per tutta la sua vita l’autore non ebbe modo di vederne il successo: questo acuì i già palesati problemi economici e la sua dipendenza dall’alcol. Fitzgerald visse una gloria postuma che meritatamente lo ha collocato tra i classici: e il classico, si sa, è il romanzo che non ha mai finito di raccontare la sua inesauribile ricchezza.